Un territorio legato a Genova, un dedalo di torrenti, un equilibrio sottile e obliquo tra mare e pianura, tra costa e Monferrato. Un luogo di confine e di transito, fatto di storie dell’acqua e di borghi storici, di artigianato e di natura selvaggia.
Voltri, estremo ponente genovese, la città che diventa paese, il grande porto metropolitano che lascia il posto alle spiagge. Una panoramica strada costiera passa per Vesima e arriva ad Arenzano, raffinato borgo marinaro con un grazioso centro storico e la bella villa Negrotto Cambiaso con il suo parco spettacolare. Dal lungomare di Voltri bastano pochi minuti di strade tortuose per arrampicarsi sulle colline e scoprire Acquasanta, un piccolo borgo diviso tra Mele e Genova nella valle del Leira, spaccatura stretta e profonda che si insinua dalla costa. Tutto ruota intorno all’acqua: il monumentale santuario dedicato a Nostra Signora dell’Acquasanta, le terme e il museo della Carta, che ha recuperato una vecchia cartiera del Settecento.
Da qui si sale verso il passo del Turchino. La dimensione è appenninica, l’orizzonte ondulato, il mare diventa un sentore lontano. Si passa nel bacino dello Stura, che a Masone punta verso Nord, mentre a est ci sono il parco di Capanne di Marcarolo e i Piani di Praglia, quasi mille metri di altitudine, dove il torrente nasce: siamo nel punto più vicino al mare del confine Liguria-Piemonte. Negli orti, che spuntano qui e là, si coltiva tra le altre la melanzana tonda genovese, cultivar locale dal frutto piccolo e tondeggiante, usata specialmente per fare le melanzanine ripiene tipiche dell’estate.
Unico centro della valle ad aver mantenuto il proprio castello, Campo Ligure è un borgo ben conservato, stretto tra la fortezza degli Spinola (che in paese avevano anche uno splendido palazzo) e il corso del fiume. Ancora viva è la tradizione artigiana della filigrana, l’arte di impiegare sottili fili d’oro e d’argento per costruire gli oggetti più svariati. Tappa successiva è Rossiglione, con i suoi due borghi e il ponte medievale sul torrente Gargassa. Una breve deviazione permette di raggiungere la valle omonima, dove si può fare una bella escursione nel canyon scavato dal torrente. Principale attrazione della zona è senza dubbio l’abbazia cistercense di Tiglieto, la prima edificata fuori dalla Francia. Nel XII secolo un gruppo di monaci arriva sulle rive dell’Orba, un luogo all’epoca inaccessibile e disabitato, per costruire una nuova comunità basata sulla regola benedettina. È allora che viene innalzata la badia, destinata a segnare questi luoghi per i secoli successivi, tanto che si può dire che il borgo è cresciuto “dentro” il monastero. La chiesa, il convento, il refettorio e gli altri ambienti, recentemente restaurati, raccontano questa storia, oltre a colpire per bellezza e armonia.
Tornati lungo il corso dello Stura, si entra in Piemonte per giungere a Ovada. Costruita su una terrazza alla confluenza tra Orba e Stura e tappa importante di una via del sale, la città ha sempre avuto un forte legame con Genova, come dimostrano anche le belle facciate colorate e decorate dei palazzi del centro storico, dominato dalla mole imponente della parrocchiale dell’Assunta. Intorno, colline vitate che richiamano il Monferrato e piccoli borghi intatti, vegliati ancora dal loro castello. È il caso di Rocca Grimalda: abbarbicato sopra un promontorio, il paese ha mantenuto le forme medievali e il trecentesco maniero dei Grimaldi (per quanto rimaneggiato nei secoli).
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora