Una pista ciclabile appoggiata al Mediterraneo e una valle stretta che porta verso le Alpi. Nella terra della taggiasca, il Medioevo si fa presente: i palazzi e il ponte di Taggia, i mulini di Badalucco, il borgo scuro e le streghe di Triora. In alto, due minuscoli villaggi alpini e la cultura brigasca.
La corsa impetuosa e irregolare del torrente Argentina ha inciso la valle omonima, che in pochi chilometri passa dai paesaggi alpini del monte Saccarello alle comode spiagge di Arma. Il paese, prolungamento sulla costa della medievale Taggia, si trova al centro di una pista ciclabile tra le più belle del mondo, che unisce Ospedaletti e San Lorenzo al mare: 24 chilometri scanditi dal Mediterraneo, un percorso perfettamente pianeggiante e lontano dal traffico, ricavato nella dismessa ferrovia ottocentesca. Il richiamo dei pedali è inarrestabile, e bastano pochi chilometri per trovare negli occhi (e sotto le ruote) una Liguria diversa. In direzione Sanremo si può andare alla scoperta di Bussana Vecchia, un luogo unico che ha saputo trovare nuova vita in una tragedia. Il borgo venne distrutto dal terremoto del 1887 e abbandonato; alla fine degli anni Cinquanta una piccola comunità di artisti decise di tornare a vivere tra le case ancora in piedi. Oggi Bussana è un luogo vivace, che fonde l’aria genuina e un po’ naif di quell’esperienza all’aspetto romantico di un borgo antico sospeso nel tempo. Andando verso levante, si può esplorare la valle del San Lorenzo, con i sui borghi baciati dal sole: Cipressa, Costarainera e soprattutto Lingueglietta, dove la chiesa-fortezza di San Pietro testimonia un passato fatto di feudalesimo, guerre e scorrerie.
É il momento di tornare a risalire il torrente Argentina. Taggia, dominio dei Clavesana e poi roccaforte genovese, fu un’importante piazza medievale. Di quell’epoca conserva molte testimonianze: il grandioso ponte a quindici arcate, il pantan, la via monumentale realizzata nel Quattrocento, il reticolo di vicoli e chiese del centro storico. Ma Taggia fu anche centro dei domenicani: il convento, oltre a essere un gioiello architettonico, custodisce una pinacoteca preziosa. Dopo Taggia la valle si stringe, la strada tocca il misterioso Campo Marzio, forse insediamento romano e poi bizantino, e arriva a Badalucco. Il paese è abbarbicato sulla collina, con il bel centro storico, i ponti e i mulini. Siamo nel cuore della taggiasca, qui uliveti e frantoi fanno parte del paesaggio da secoli. Secondo la tradizione, furono i benedettini a introdurre questa cultivar oggi così diffusa: se ne ottiene un olio delicato e armonico, leggermente fruttato. Ma questa è anche terra di fagioli, una vera eccellenza: piccoli e carnosi, arrivarono dalla Spagna nel XVII secolo. Da Badalucco si può fare una deviazione, salire verso Montalto e poi inoltrarsi nella valle Carpasina. Carpasio è un borgo di fattura medievale, mentre in località Costa si trova il museo della Resistenza, ospitato nel casone che fu sede del comando della Prima Zona Liguria.
Dopo Badalucco la valle si fa più selvaggia e meno abitata. Molini di Triora è un tipico paese di fondovalle, dove pare che un tempo ci fossero addirittura 23 mulini in grado di macinare cerali e castagne. La strada sale poi verso Triora, regalando panorami eccezionali. A quasi 800 metri di altitudine, il borgo appare protetto dai monti, forte di un passato prestigioso: per diversi secoli fu podesteria della Repubblica di Genova, capoluogo di un vasto territorio. Il borgo, con il suo bellissimo centro storico, è anche molto legato alle streghe, perché fu teatro alla fine del Cinquecento di un terribile processo. Il ricco museo etnografico racconta bene questa storia, così come la vita contadina che per secoli ha caratterizzato Triora. Ma tutto il paese rieccheggia di sabba e misteri: i vicoli anneriti, i passaggi oscuri, i palazzi dove soggiornò l’inquisitore, la cabotina dove le streghe si riunivano.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora