Il mare segna l’orizzonte di Cervo, borgo costiero tra i più belli della Liguria, con la sua splendida chiesa costruita dai pescatori di corallo. Ma dopo il golfo Dianese, dietro Imperia, irrompe la valle dell’Impero: paesi contadini, antiche terre dei Ventimiglia, distese di taggiasca e muretti a secco, fino alla valle del Maro e alle sue storie rurali
Da Imperia si può andare verso levante, seguendo la costa: poche curve e si entra nel golfo Dianese, chiuso da capo Berta, cinto da molti colli, solcato da brevi valli. Diano Marina ha una bella spiaggia di sabbia e una lunga storia (che si può scoprire al Museo civico del Lucus Bormani). Alle sue spalle Diano Castello, borgo medievale un tempo completamente circondato da mura, dalla forma ovoidale, alto sul colle per difendersi dai saraceni, circondato dai vigneti dove cresce il Vermentino. La via principale è via della Meloria: i dianesi, storici alleati di Genova, si distinsero più di tutti nella battaglia contro i pisani. Tornati sulla costa, ecco apparire il profilo inconfondibile di Cervo, la prua di una nave lanciata verso il mare, con la magnifica chiesa di San Giovanni Battista – uno tra i migliori esempi di barocco del Ponente – costruita dai pescatori di corallo. Cervo ha il senso di comunità di un piccolo villaggio, vocazioni artistiche e culturali di livello internazionale, un dedalo di vicoli, stradine, scalinate e piazzette dove perdersi e il blu del Mediterraneo per ritrovarsi.
Si torna verso Imperia, ascoltando il richiamo dell’entroterra. Nei secoli molto è cambiato, la via del sale che saliva verso Pieve di Teco e il Piemonte è diventata la statale del Colle di Nava, i paesi dei pescatori si sono fatti turistici e balneari, i borghi interni si sono via via spopolati. A sopravvivere nel tempo è il paesaggio: le fasce sostenute dai muretti a secco dettano ancora i ritmi alle colline, gli alberi di taggiasca ondeggiano nel vento cantando da secoli la stessa litania. Siamo nella valle del torrente Impero, che diede il nome alla città nel 1923, quando il regime fascista decise di unire Oneglia e Porto Maurizio in un unico Comune. Il principale centro di fondovalle è Pontedassio, borgo di origine medievale che fu tra i possedimenti del Vescovo di Albenga. L’acqua ha segnato la storia del paese: frantoi, una cartiera, il mulino dove iniziò la produzione della Agnesi, il primo pastificio d’Italia. Non lontano dal centro, sull’altra sponda del torrente, Bestagno e i ruderi del suo castello testimoniano l’importanza strategica della valle in epoca medievale.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora