Amato e celebrato dagli artisti, questo anfiteatro di roccia e di mare alterna scorci mozzafiato, borghi bellissimi, anfratti e calette ed è chiuso a Ovest da Porto Venere e dall’arcipelago della Palmaria, patrimonio Unesco.
Pochi chilometri e molte curve ci vogliono per circumnavigare il golfo dei Poeti: percorrerli significa stupirsi e innamorarsi, cogliere sfumature di blu, scorci di verde, sovrapposizioni di tinte pastello, squarci improvvisi di luce. Porto Venere ha una storia antica: fu forse un insediamento romano, certamente un porto bizantino, assediato e distrutto dal re longobardo Rotari nel 643. Oggi ha l’aspetto di un borgo medievale, con la massiccia palizzata sul mare, sgargiante di colori e animata di locali, il caruggio che la attraversa, la grande piazza nata al posto del borgo vecchio e la scenografica chiesa di San Pietro a lambire le onde. Se Porto Venere è arte e architettura, pochissimi minuti di battello bastano per tuffarsi nella natura dell’isola Palmaria. Una rete di sentieri permette di attraversarla: ginestre, rovi e macchia mediterranea lasciano il posto salendo ai pini, ai lecci e agli ulivi, mentre vedute straordinarie si alternano a edifici storici e belle spiagge. Tra Porto Venere e la Palmaria non si può fare a meno di notare decine e decine di bastoni conficcati nel mare: sono i pali per l’allevamento dei muscoli, che nel golfo trovano un habitat ideale fatto di acque poco salate, tranquille e ricche di plancton. Un borgo dalla storia antichissima, diviso da un braccio di mare dall’isola Palmaria e dalle sue sorelle minori, Tino e Tinetto: isole e borgo fanno parte del patrimonio Unesco dal 1997.
Da Porto Venere una strada panoramica conduce alla Spezia, girando intorno all’arsenale. Dal capoluogo si continua lungo la strada litoranea, superando il porto e i cantieri fino ad arrivare a Lerici. Opposta a Porto Venere (e a lungo nemica: a guardarsi in cagnesco di qui i pisani, di là i genovesi), Lerici è sovrastata dal grandioso castello, con il centro storico che occupa lo spazio tra la fortezza e il mare. Borgo vivace e colorato, fonde in armonia i suoi elementi: il nucleo medievale e le residenze settecentesche, il castello cupo e le case colorate, lo spirito marinaro e l’eleganza delle ville. Una lunga passeggiata a mare collega Lerici e San Terenzo, rifugio degli artisti (fu scoperto da Percy Bysshe Shelley e dalla moglie Mary), minuscolo borgo appoggiato alla spiaggia.
Proseguendo verso Levante, da Lerici la strada si fa stretta e tortuosa, supera piccole baie e minuscole spiagge, tra le quali merita una sosta Fiascherino, e si conclude a Tellaro. Borgo di pescatori piccolissimo, nonostante il gran nuero di turisti che ogni anno la visita, Tellaro è riuscita a non perdere la propria identità: una cascata di case colorate strette intorno alla chiesa che sembra sul punto di salpare, un reticolo di colori e strade strettissime, gabbiani, salmastro e sbocch iimprovvisi sul Mediterraneo.
Da Lerici si può anche salire, puntando verso l’estremità del golfo. In alto, il borgo di Montemarcello sembra un’oasi di pace e tranquillità immerso tra gli ulivi. Queste colline, e il basso corso della Magra, sono parte di un’area protetta, il parco di Montemarcello-Magra (con un sorprendente orto botanico sul monte Murlo). La strada a questo punto scende verso Bocca di Magra, dove il fiume termina il suo viaggio, e infine verso Ameglia svettante sulla collina, dominata e protetta dal fiero castello. Il borgo, citato già prima dell’anno Mille, ha mantenuto la sua originale struttura medievale. Un altro splendido centro storico di quell’epoca lo conserva Arcola (che si può raggiungere da Ameglia o da Lerici), con la torre di pietra alta 25 metri, arrivata intatta attraverso mille anni di storia e considerata monumento nazionale.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora