Risalire il corso del Vara significa percorrere un viaggio lento in una Liguria di grandi boschi e piccoli borghi, di castelli e di confini, di tradizioni ben radicate e di cultura contadina. L’ultima tappa è Varese Ligure, il borgo rotondo dei Fieschi, il cuore della valle del biologico
Polmone verde della Liguria, la val di Vara è la valle più estesa di tutta la regione. Luoghi dove la storia ha lasciato un segno evidente del suo passaggio: i territori degli Apuani, la romanizzazione verso la costa, i borghi arroccati di chi fuggiva dai saraceni, i conflitti del Medioevo messi in evidenza dalla quantità di castelli che si fronteggiavano sulle montagne, l’arrivo di Genova a unificare e pacificare il territorio. Dove il fiume si getta nel Magra c’è Follo, con i suoi tanti insediamenti e testimonianze di un millennio fa: la chiesa di San Martino, edificata nel 960 da un gruppo di pellegrini francesi, Tivegna fondata tra il X e l’XI secolo, un agglomerato compatto di case dai portali di pietra viva. Dall’altra parte del fiume in basso c’è Ceparana, castello e corte del Vescovo di Luni, in alto la medievale Bolano con le sue tre porte ancora intatte.
La Toscana si incunea, i boschi prendono campo. La salita fino a Calice al Cornoviglio svela un segreto: un piccolo paese con due grandi castelli. Oggi è nel parco di Montemarcello Magra, ma ieri era terra di confine: nel Duecento il capoluogo diventa dei Fieschi ma Madrignano, un soffio di vento più in là, rimane fedele ai Malaspina. Squadrato e imponente, ingentilito dalla bella torre cilindrica, il castello di Calice ospita bel sette musei, uno spaccato di vita e cultura di questi luoghi. Cinque minuti e si arriva all’abitato di Madrignano, alto alto sulla valle e custodito da un altro castello: la vista da mura e torri è impagabile. Tornati a valle, la strada sefgue il corso del fiume fino a Brugnato. Il borgo antico, con la classica forma a tenaglia di origine medievale, è un’oasi di pace e di bellezza, che ogni anno nel giorno del corpus domini si colora con decine di migliaia di petali per l’Infiorata. La cattedrale dedicata ai santi Pietro, Lorenzo e Colombano è una delle più belle chiese romaniche del Levante ligure.
Difficile notarlo dal basso: Cornice, borgo di crinale sospeso sul fiume, appare appena in mezzo agli alberi. Quasi disabitato, nonostante un passato glorioso, il paese è una terrazza panoramica, un nastro di case allungato sulla sommità del colle, un susseguirsi di passaggi voltati che permettono di attraversarlo da un capo all’altro senza mai restare allo scoperto: una grande comodità per chi doveva andare alle stalle o alle cantine nei giorni di pioggia. Una deviazione ci porta verso Carrodano e Carro, in un ambiente rurale dove piccoli borghi spiccano tra prati e boschi. Carrodano è diviso in due parti, Inferiore e Superiore, fino al Duecento su lati opposti della frontiera. La strada prosegue verso Mattarana, con la chiesa romanica di san Giovanni Battista (molto sentita in alta valle è la tradizione del falò nella notte di san Giovanni: un rito antico e pagano, strettamente legato ai ritmi della vita rurale e all’alternarsi delle stagioni) e poi gira sulla destra per andare verso il piccolo borgo medievale di Ziona e l’antica Carro, dove si può trovare la casa della famiglia di Paganini, originaria di qui.
Pochi chilometri permettono di tornare lungo il Vara e raggiungere Sesta Godano: un Comune sparso su un ampio territorio, in bilico tra il fiume e la Lunigiana. Nel paese di fondovalle, Sesta, spiccano il ponte medievale adagiato sul fiume Gottero e la via Vecchia. Vale la pena risalire fino al valico del Rastrello, a 1047 metri, sullo spartiacque tra le valli del Vara e del Magra: ampi pascoli, boschi, panorami estesi, minuscoli borghi, un mondo rurale dall’aria antica, così difficile da immaginare a pochi chilometri dalla costa. In alto c’è il monumento alla Libertà e alla Pace, inaugurato nel 1990 da Nilde Jotti, per ricordare un luogo simbolo della Resistenza: qui si incontrarono i combattenti della lunigiana, del parmense e dello spezzino. La strada supera San Pietro Vara e arriva veloce a Varese Ligure. Fu alla fine del XIII secolo che i Fieschi decisero di fondare il borgo rotondo, un complesso abitativo fortificato, di impianto ellittico con case rigorosamente in muratura senza aperture esterne, pianificato a tavolino. Le case erano tutte uguali, a due piani: sotto laboratorio o magazzino, sopra abitazione. Nella piazzetta (all’inizio non c’era la fila di case mediane) si svolgeva il mercato e tutta la vita della comunità. Oggi Varese e il suo territorio sono conosciuti per le produzioni agroalimentari di grande qualità: non a caso la val di Vara è stata definita “valle del biologico”.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora