Terra degli Apuani e della città di Luni, questa regione dal carattere unico tra Liguria e Toscana offre grandiose testimonianze storiche, borghi arroccati e il fascino di un viaggio slow lungo la via Francigena.
Cinquantamila abitanti, attivi soprattutto nel commercio di marmo e di legname, palazzi grandiosi e un porto molto trafficato: nel momento di massimo splendore, Luni fu un polo economico e culturale di primo piano nel mondo romano. Venne fondata dopo la definitiva sconfitta degli Apuani (177 a.C.), fu sede vescovile che diede i natali al ventisettesimo papa della chiesa di Roma (Eustachio, nel 275), attraversò l’epoca bizantina e quella longobarda. Il saccheggio feroce e la distruzione a cui la sottoposero i vichingi nell’860 segnò l’inizio della fine: secondo la leggenda, il re Hasting sbarcò a Luni convinto di trovarsi a Roma, ingannato dalle bellezze della città. Queste storie racconta l’area archeologica, che comprende diversi ambienti pubblici (il foro, il tempio, botteghe e dimore signorili), l’area museale e il grande anfiteatro, che poteva ospitare sette mila persone.
Il tramonto di Luni portò gli abitanti a rifugiarsi nei borghi sulle colline, meglio difendibili. Uno di questi è Nicola, piccolo borgo a forma di nido appollaiato su un colle. Protetto dal castello (oggi in parte diroccato), chiuso da una cortina muraria di case, il paese ha conservato un fascino antico, grazie agli edifici storici, alle belle piazze e alla pavimentazione in ciotoli delle strade. Fondata nel 1203, anche Castelnuovo si lega a Luni: qui nel 1306 viene firmata la pace tra i conti-vescovi e i Malaspina, rappresentati da Dante Alighieri. Le imponenti torri del palazzo vescovile delimitano un lato del borgo, mentre il quartiere più antico, di forma concentrica, è chiuso dalla chiesa di Santa Maria Maddalena, celebre per la “Crocifissione” di Bruguel. Le colline e le piane tra Castelnuovo e Sarzana sono terreno ideale per la vite e per l’ulivo: siamo in una zona particolarmente vocata al vermentino, e che offre cultivar olivicole antiche e preziose come la razzola o la lantesca.
Erede di Luni nel ruolo di centro economico e culturale della Lunigiana e della val di Magra, Sarzana è una bella cittadina che ha conservato l’impianto medievale del centro storico. Le due porte che chiudono il corso principale, le torri e la cittadella (o fortezza Firmafede, la cui prima edificazione risale alla metà del Duecento) sono i segni tangibili del sistema difensivo di un tempo, mentre le numerose chiese, tra le quali la pieve di Sant’Andrea e la concattedrale di Santa Maria Assunta, e i tanti palazzi storici di pregio testimoniano i secoli di ricchezza e splendore vissuti dalla città, nonostante una posizione di confine che l’ha portata spesso al centro di scontri e di guerre.
Dentro la città passa anche la via Francigena, uno dei cammini storici d’Europa (celebre è il racconto che ne fece il vescovo Sigerico nel X secolo), che dal Nord conducevano a Roma e poi verso il Sud Italia, dove ci si imbarcava per la Terra Santa. Per un lungo tratto, la via segue la valle del Magra: passa per Santo Stefano e poi risale fino a Pontremoli e da qui al passo della Cisa.
Lungo il percorso vale la pena soffermarsi su Caprigliola, suggestivo borgo medievale con le mura del Cinquecento, sulla fortezza della Brunella, che osserva Aulla dall’alto e ospita il museo di Storia naturale della Lunigiana, sulle forme essenziali della pieve di Santo Stefano a Torano, gioiello romanico poco conosciuto. Pontremoli visse un periodo di grande splendore sotto il granducato di Toscana: è in quella fase storica (tra il Sei e il Settecento) che il borgo venne ricostruito e arricchito di palazzi monumentali e opere d’arte. Il paese custodisce anche il Museo delle Statue Stele, misterioso e affascinante lascito degli antichi Apuani: sono statue antropomorfe, scolpite nell’arenaria e innalzate a partire dal III millennio a.C., grandi monoliti dei quali sappiamo ancora piuttosto poco.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora