Tommaso Rondelli 150 anni fa diede vita alla sua azienda vinicola, dalla volontà di impiantare i primi vigneti di Rossese di Dolceacqua, in una regione dai terreni argillosi e bianchi da cui deriva il nome dell’azienda, Terre Bianche.
L’azienda è stata tramandata di generazione in generazione e oggi ne hanno preso le redini Filippo Rondelli assieme a Franco Laconi, portando avanti la tradizione “con la volontà di produrre vino di qualità che esprima i sapori unici del territorio, ma anche la specificità del proprio tempo”. Affianco all’attività vinicola questa numerosa famiglia è pronta ad accogliere i suoi ospiti nell’omonimo agriturismo, in una suggestiva struttura ottocentesca diventata negli anni una delle più importanti mete del turismo enogastronomico della zona.
Questo turismo è infatti una grande risorsa per la Liguria, e da circa trent’anni la famiglia ha aperto il suo piccolo rifugio ai visitatori e agli ospiti. L’esperienza di assaggio vissuta in loco, la vista mozzafiato, la bellezza dei vigneti rendono ancora più suggestiva la permanenza presso l’’agriturismo.
La storia del Rossese non è stata sempre in discesa, infatti circa 40 anni fa non erano molti i palati esperti a riconoscerlo come un “buon vino”. La famiglia si è battuta duramente per far sì che il Rossese venisse riconosciuto come uno dei grandi vini rossi italiani. Il successo è avvenuto soprattutto grazie all’approccio molto laico e libero, fuggendo dalle mode e offrendone una interpretazione personale, contando sulle vigne straordinarie che hanno ricevuto in eredità. Affianco al Rossese, anche il Pigato e il Vermentino, i due bianchi principali della Liguria. “La ricerca del miglioramento – ci dice Filippo – non potrà mai finire. La memoria è continuamente riletta alla luce del futuro”.