La millenaria arte vetraria ha la sua culla nella città di Altare, in provincia di Savona. Ed è qui, nella città del vetro, che Sandro Bormioli, nel 1972, seguendo una tradizione familiare gelosamente tramandata di padre in figlio, intuì per primo le potenzialità artistiche di un materiale noto fino ad allora esclusivamente nel mondo della chimica, per le sue straordinarie caratteristiche di inalterabilità e resistenza al calore.
La passione che ha dato vita a questo progetto è stata tramandata dal padre Sandro al figlio, Costantino, che oggi ha preso in mano le redini del laboratorio, ampliandolo con corsi per appassionati, workshop e visite aperte alle scuole.
Gli oggetti realizzati nel laboratorio nascono grazie a due tecniche di lavorazione: la prima è la lavorazione al cannello del vetro borosilicato, ovvero una declinazione moderna della soffiatura in fornace, utilizzando gli stessi attrezzi tradizionali. La seconda tecnica è la vetrofusione, il calore è sempre protagonista, ma in questo caso si concentra in un forno elettrico nel quale vengono fuse e formate ad altissima temperatura lastre pregiate di vetro Bullseye.
Sull’insegna del laboratorio : “I vetri di Sandro Bormioli. Non ho mai voluto cambiare il nome di mio padre con il mio – dice Costantino”. La bellezza di quest’arte è fragile, ma riflette il duro lavoro della famiglia Bormioli dal lontano 1865.