Che la val Roja sia in parte francese è solo un fatto amministrativo: tra le montagne severe delle Alpi Marittime, nelle gole scavate dal fiume Roja, il passaporto non conta. Una fila di borghi antichi e di culture, dai pastori brigaschi alle incisioni della valle delle Meraivglie, dalle piante esotiche di villa Hanbury fino agli incredibili affreschi del Canavesio.
Città di confine, centro turistico e commerciale, Ventimiglia appare divisa in due dal Roja: la parte antica, medievale, arroccata sulla collina, il centro moderno e ordinato, con il lungomare e il mercato steso nella piana. Al confine orientale, alla foce del fiume Nervia, una delle aree archeologiche più importanti della Liguria, con il teatro, le domus, le terme a raccontare la storia della romana Albintimilium. Fu roccaforte dei conti di Ventimiglia nel Medioevo e poi genovese: il battistero romanico, la chiesa di San Michele e i palazzi nobiliari del centro storico testimoniano questo periodo. La strada che porta a Mentone, lungo una costa che profuma tutto l’anno di mare e di avventure passa per i meravigliosi giardini Hanbury, a capo Mortola: un paradiso di cactus, piante tropicali e fioriture, dove l’inverno sbiadisce nel tepore. Dopo il borgo di Grimaldi ecco le grotte dei Balzi Rossi, dove l’uomo preistorico visse e lasciò il segno incidendo le pareti; subito dopo arriva Mentone, un po’ Liguria e un po’ Montecarlo, la bella palazzata colorata e digradante verso il mare, lo charme tutto francese del centro, le suggestioni di Jean Cocteau.
Da Ventimiglia si risale la stretta gola del Roja, e dopo pochi minuti e qualche galleria il paesaggio muta completamente. Si netra nelle Alpi Marittime, in un territorio che era Regno di Sardegna e poi fu conteso tra Francia e Italia prima che arrivasse l’Europa a cancellare – di fatto – i confini. Airole è borgo antico arroccato su un castelliere e immerso tra gli ulivi, caruggi concentrici che incorniciano la piazza della parrocchiale. Dopo Olivetta San Michele la valle diventa Francia, ma il cambiamento passa quasi inosservato. La valle resta stretta, tortuosa: la magnifica ferrovia Cuneo-Ventimiglia la percorre tra ponti arditi e gallerie, una miscela di panorami mozzafiato e soluzioni ardite che l’hanno fatta inserire tra le più belle strade ferrate d’Europa. Alla stazione di Breil si trova l’Ecomusée des Transports: una collezione curiosa e originale dei vari mezzi di trasporto che hanno percorso la valle negli ultimi cento anni.
Da Breil si può andare verso Sospel, crocevia commerciale medievale con un bel centro di impronta barocca, oppure risalire ancora la valle. Saorge è un luogo dimenticato dal tempo, un paese di montagna di vicoli stetti e tetti viola, dove le ore scorrono pigre. La Brigue è la piccola capitale di un piccolo mondo, l’antica comunità brigasca, terra di pastori e di transumanza. Le case di pietra lungo l’argine del torrente Levanza e gli orti dall’altro lato, il castello ormai in rovina sono pezzi di una storia secolare, ma è subito fuori dal paese che si incontra il capolavoro nascosto, Notre-Dame-de-Fontaines, considerata – per gli splendidi affreschi del Canavesio – la “Cappella Sistina delle Alpi Marittime”. Le sorprese non son ancora finite: bisogna arrivare a Tende, il centro più grande della valle, una piacevole cittadina di montagna, per entrare nella storia. Qui si trova il Musée des Merveilles, una bella struttura contemporanea che introduce alla conoscenza della Valle delle Meraviglie, 40 chilometri quadrati di Mercantour dove sono state scoperte 40 mila incisioni rupestri.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora