Savona ha una storia di splendore e decadenza, di gloria e di ferite, simboleggiata dal Priamar, dai musei e dai palazzi importanti che custodisce. E poi la ceramica, che nelle Albisole diventa arte e religione, distribuendo bellezza sul territorio. Quando la strada sale, arriva l’Appennino, la Stella di Pertini, Sassello da gustare e lo splendore del Beigua, una montagna vera affacciata sulla costa.
Oggi è uno dei simboli della città, una delle più importanti fortificazioni affacciate sul Mediterraneo e sede di musei e spettacoli. Eppure la costruzione del Priamar ha segnato uno dei momenti più bui nella storia millenaria di Savona: furono i genovesi intorno al 1540 a erigere la fortezza, dopo aver smantellato parte della città e interrato il porto. Perché Savona, nel Quattrocento, era diventata un centro di grande importanza e prestigio, la città dei papi Della Rovere, un porto attivissimo, un mercato fiorente. La Superba non poteva tollerare un vicino così ingombrante: distrusse l’acropoli, abbattè le torri, mise un guardiano di pietra a sorvegliare il mare da una parte e chi era rimasto dall’altra. La Savona contemporanea è una città tranquilla, a misura d’uomo, con una darsena rinnovata, ricca di locali e croceristi, e diversi monumenti da visitare. Nel Priamar (cresciuto e modificato nel corso dei secoli) ci sono il museo archeologico e il museo Pertini, con la collezione dell’ex presidente. La trecentesca torre del Brandale, la cui campana rintocca ancora nelle occasioni importanti, e il vicino Palazzo degli Anziani introducono nel centro storico. Si gira a piedi, senza fretta, fermandosi magari alla pinacoteca civica di Palazzo Gavotti, al museo della Ceramica, al complesso monumentale del duomo con il chiostro e la Cappella Sistina, voluta da papa Sisto IV.
Ci sono una “s” nel nome e il torrente Sansobbia a dividere le due Albisole, a levante di Savona: Albissola Marina sulla riva destra e Albisola Superiore sulla riva sinistra. A unirle c’è un’origine comune di epoca romana, la via Aurelia che le attraversa, soprattutto la tradizione della ceramica. Arte e artigianato che si fondono, tecnica e fantasia che plasmano la materia. Pozzo Garitta, il muro raku, la passeggiata degli Artisti, il museo Manlio Trucco e il giardino Mazzotti sono tappe essenziali per conoscere questo mondo. Continuando ancora in direzione levante si incontra Celle Ligure, un raccolto e pittoresco borgo marinaro, con le case colorate affacciate sul lungomare, i caruggi stretti tra i quali spicca Palazzo Ferri (oggi sede del municipio), la passeggiata romana verso l’entroterra e quella litoranea verso Piani.
Da Albisola Superiore si segue il tortuoso corso del Sansobbia fino a giungere a Ellera, un piccolo borgo medievale legato a doppio filo alla ceramica: se a partire dal Cinquecento nei suoi mulini si è macinato il minerale di piombo da cui ricavare le vernici per la ceramica, da alcuni anni a questa parte è diventato un museo a cielo aperto, grazie ai tanti pannelli ceramici realizzati da artisti contemporanei e piazzati un po’ dovunque nelle strette vie del centro. La strada prosegue fino a Stella: nella frazione di San Giovanni è possibile vedere la casa museo di Sandro Pertini, certamente il presidente più amato dell’età repubblicana. Siamo ormai nel Parco del Beigua, una straordinario terrazzo sul Mediterraneo, una montagna dove in inverno si ciaspola sulla neve guardando il mare e d’estate si percorrono chilometri di sentieri nella natura dimenticandosi che Genova e la costa sono dietro l’angolo.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora