Lungo le antiche vie del sale, dove marciavano eserciti e mercanti, dove furono costruiti grandiosi castelli e borghi difesi. La sfortunata Ilaria e Bjorn il cantautore, il Medioevo e le ciliegie, la pietra e la tecnologia: volti e facce diversi di un grande romanzo collettivo.
Forse la più romana tra le città della Liguria: ecco Albenga, con il suo centro storico stretto tra le mura, l’integro tessuto medievale impostato sulla pianta del nucleo romano. Il battistero del V secolo è un gioiello romanico unico, intorno al quale, monumentali, si alzano la cattedrale di San Michele e i palazzi medievali. La grande piana alluvionale, alle spalle della città, aveva in Cisano uno dei baluardi difensivi: il borgo, che ha mantenuto in parte l’aspetto di roccaforte medievale, era anche la porta della val Neva, antichissima via di transito e frequentata via del sale. Poco dopo l’abitato, all’altezza di Conscente e del suo antico castello, la strada si biforca seguendo lo scorrere delle acque. Da un lato si prosegue in val Neva, dall’altra si imbocca la val Pennavaire, una vallata stretta dalle falesie ripide e particolarmente votata alle coltivazione dei ciliegi. Il centro più noto della valle è senza dubbio Colletta di Castelbianco, un piccolo borgo praticamente abbandonato e recuperato integralmente a partire dagli anni Novanta: un lavoro rispettoso del luogo e della storia ha restituito un grazioso agglomerato di case in pietra, vicoli acciottolati, finestre incorniciate di bianco, giardini e terrazze, impreziosito da strutture tecnologiche e telematiche di livello.
Tornando in val Neva, si incontra quasi subito lo straordinario borgo di Zuccarello, costruito in un solo anno (dal Natale 1248 al Natale 1249) e giunto a noi quasi intatto. Un paese nato su di un itinerario trafficato non può che avere una via principale circondata da portici, porte, mura e un castello a difenderlo: tutto questo è Zuccarello, un vero e proprio tuffo nel Medioevo. Ma il borgo è famoso anche per aver dato i natali a Ilaria del Carretto, resa immortale dal monumento funebre realizzato da Jacopo della Quercia e considerato uno dei capolavori dell’arte italiana del Quattrocento. Tre chilometri di mulattiera – per secoli unico collegamento tra i due paesi – conducono a Castelvecchio di Rocca Barbena, borgo millenario rimasto immutato, con le case che avvolgono l’imponente castello e le montagne a fare da sfondo. Lavatoi, porte, torri, chiese e case di pietra, archivolti e archi antisismici: passeggiare per Castelvecchio è un ritorno al passato. Dagli anni Settanta in poi, molti stranieri decisero di sceglierla come meta per le vacanze o di venire a vivere qui: tra questi anche Bijorn Afzelius, il più famoso cantautore scandinavo del Novecento, che ha raccontato Castelvecchio nelle sue canzoni e che il paese ricorda ancora con grande affetto. Salendo ancora, si trova Erli: quattordici frazioni tra orti, chiesette di campagna e imponenti boschi di castagni.
In collaborazione con Rossi 1947 s.r.l. Ignora