16 Giu Corniglia, 370 gradini sopra il mare
Corniglia è l’unico paese delle Cinque Terre a non essere a diretto contatto con il mare, sorgendo su un promontorio roccioso alto circa 100 metri in una conca intensivamente coltivata a vigneti. Per raggiungere il piccolo borgo colorato è necessario intraprendere una lunga scalinata, chiamata “Lardarina”, costituita da 33 rampe con più di 370 gradini. Ma i sensi, una volta arrivati, saranno totalmente appagati e si comprenderà a fondo la fatica compiuta. La conformazione di Corniglia è particolare, circondata da terrazzamenti dove crescono vigneti, le sue case basse si affacciano alcune sul mare e altre sulla via principale, Via Fieschi.
Il borgo tramanda una storia antica, che si allaccia strettamente a quella di Roma. In origine fu probabilmente una colonia di schiavi che presero il nome di Corneri, dalla “familia” romana che aveva concesso loro la libertà. Questi coloni si dedicarono alla produzione di vino, come dimostrano alcune anfore vinarie, sulle quali è inciso il marchio “Cornelia”, ritrovate negli scavi di Pompei.
Non possedendo un porto, Corniglia ha focalizzato la sua economia sull’agricoltura, grazie alle opere realizzate per rendere produttivi e coltivabili gli irti e rocciosi versanti della collina che la ospita. Muretti a secco che, terrazzamento dopo terrazzamento, hanno guadagnato spazio coltivabile sulle ripe ripide a picco sul mare, disegnando un nuovo paesaggio che ci viene lasciato in eredità quale monumento della vita dell’uomo compiuta per secoli nel rispetto e nella cura della natura circostante. Un paesaggio naturale che diviene segno tangibile della cultura del luogo. Dove prima dominava incontrastata la natura incolta oggi crescono ordinati i vigneti, frutto della fatica e del lavoro. Una viticoltura eroica. La specialità di Corniglia è il bianco Vernaccia, conosciuto persino nel lontano 1300 quando Boccaccio in una novella del Decameron ne decantò la fama e la bontà.
Corniglia nel corso dei secoli ha attraversato anni di lotte e tempeste, subendo il dominio dei Conti di Lavagna, del Vescovo di Luni, dei Doria, dei Fieschi e della Repubblica di Genova, della quale è rimasta la Parrocchiale di San Pietro, oggi classificata come monumento nazionale. La chiesa si trova nella piazza principale del borgo ed è un tipico esempio di architettura in stile barocco con elementi gotici e liguri che risalgono al XIV secolo, contraddistinto da rosoni in marmo bianco di Carrara.
Il borgo colorato organizza ogni anno molte feste. Il santo patrono, San Pietro, viene celebrato ogni 29 giugno. Nell’occasione viene celebrata la Torta dei Fieschi. Secondo la leggenda, nel 1230 il conte Opizzo Fiesco decide di sposare Bianca dei Bianchi, nobildonna senese. Il matrimonio viene celebrato con grande sfarzo, tanto da offrire a tutta la popolazione una gigantesca torta nuziale. E così dall’inizio degli anni sessanta la popolazione di Corniglia onora la nobile famiglia Fieschi rinnovando la festa della distribuzione della torta. Tamburini e sbandieratori; dame e cavalieri in danze medievali. Poi il canto dei Vespri e la processione al Santo Patrono: sacro e profano si confondono in uno spettacolo suggestivo con il paese illuminato dalle torce ad olio fino al Belvedere di Santa Maria.
Corniglia è un vero e proprio balcone sul mare, certo la salita per arrivarci è dura, ma si verrà ripagati con una vista che non ha prezzo. Il panorama da Corniglia è quello del verde ligure abbracciato dalle acque cristalline del Mediterraneo.